Full text: Novelle

I2 
I CIGNI SELVATICI o 
marano narrare 
— 
dava loro tutti i dolci e le frutta 
che erano rimasti sulla tavola : 
quella volta invece la matrigna 
non concesse che un piatto pieno 
di sabbia. 
_ Siccome fate per chiasso — 
disse ridendo — potete benissimo 
immaginare che questa sabbia sia 
la più squisita ghiottoneria. — 
La settimana dopo fece porta- 
re la principessina presso dei po- 
veri contadini, e quanto ai prin- 
cipini inventò tante storie, tanto 
fece e tanto disse, che il re li cre- 
dette davvero dei pessimi ragazzi, 
non si occupò più di loro è non 
volle che fossero più ammessi alla 
sua presenza. 
Allora la cattiva regina, che sa- 
peva molti segreti di magia, pre- 
parò uno scongiuro e dopo aver 
fatto venire i principini dinanzi 
a sè, disse: 
— Volate lontano di qui, cer- 
cate da voi stessi il cibo: diven- 
tate dei grandi uccelli senza 
voce! — 
la Elisa, che in quel momento 
dormiva profondamente. Giraro- 
no per qualche minuto intorno al 
letto, sbatterono rumorosamente 
le ali per svegliarla, ma invano. 
Costretti dal sortilegio dovettero 
riprendere il volo; si alzarono fi- 
no alle nubi e si allontanarono 
verso la nera foresta che andava 
4 finire sulla spiaggia dell’ oceano. 
La picola Elisa si svegliò e an- 
dò a cogliere fiori e foglie, poi- 
chè ormai non aveva più altri ba- 
locchi. Con una spina fece un bu- 
chino in una foglia e a traverso 
quel foro si mise a guardare il 
sole: le parve di vedere gli occhi 
chiari e splendenti dei suoi fra- 
telli; e ogni volta che un soffio di 
vento le accarezzava le gote, ti- 
cordava i baci che essi le davano 
un tempo. Pensava a loro a tra- 
verso tutte le monotone occupa- 
zioni delle sue lunghe giornate. 
Così crebbe e divenne una bellis- 
sima fanciulla. 
Quando il vento passava sulle 
rose del giardino vicino, mormo- 
rava: «C’è nulla al mondo che 
sia più bello di voi?» 
— Oh. Elisa è più bella! — 
rispondevano le rose. 
Ogni domenica la vecchia con- 
tadina che custodiva la princt- 
pessa stava seduta dinanzi alla 
casuccia a leggere il suo libro di 
preghiere; e il vento sfoglianda 
Ma essa non potè fare tutto il 
male che avrebbe voluto: i gio- 
vanetti si trasformarono in bel- 
lissimi cigni selvatici, mandarono 
un grido strano, e slanciandosi a 
traverso le finestre del castello 
volarono via sopra il parco, spa- 
rirono all’ orizzonte. 
All’alba passarono sopra al ca- 
solare dove abitava la loro sorel- 
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