IIO LO SCARAFAGGIO o
stra e a sinistra; ma ecco che
Ad un tratto si sente acchiap-
pare: era il figlio del giardinere
che, entrato nella serra con un
compagno, l’aveva visto, € VO-
leva divertirsi con lui come con
un giocattolo. Infatti avvoltolo
in una gran foglia, se lo cacci0
in tasca: il povero scarafaggio
provò a dimenarsi agitando le
zampine, ma gli arrivò un buon
colpo che lo stordì completa-
mente: i due monelli corsero
verso uno stagno, raccolsero di
terra un vecchio zoccolo, e pian-
tatovi un bastoncino con una fo-
glia a guisa di vela, misero den-
tro il povero scarafaggio legato
e lanciarono nell’acqua la .pic-
cola imbarcazione. Lo stagno
era abbastanza grande e lo scara-
faggio credette di trovarsi sul fa-
moso Oceano Atlantico di cui
aveva udito parlare qualche vol
ta; e ne restò fanto colpito che
cadde all’indietro e dovette fati-
care non poco per rimettersi sulle
zampe. E quando il suo spavento
cominciava a calmarsi, perchè il
vento riconduceva lo zoccolo ver-
so terra, i suoi crudeli persecu-
tori si rimboccarono i calzoncini
ed entrarono nell’acqua per lan-
ciare al largo il piccolo naviglio,
e divertirsi un’altra volta alle
spalle della povera vittima. Ecco
che ad un tratto i due monelli
furono richiamati a casa e se ne
andarono, lasciando il disgrazia-
to scarafaggio alla sua sorte,
Cambiò il vento trascinando sem-
pre più al centro dello stagno il
malaugurato zoccolo; ed invano
il prigioniero tentava liberarsi,
poichè era legato troppo solida-
mente!
Passò una libellula e si posò
sul piccolo bastoncino. — Che
bel tempo! — disse — come
dovete star bene costì, cullato
dalle onde! permettetemi di te-
nervi un po’ di compagnia.
— Si vede, signorina, — repli-
cò l’altro in tono severo — che
siete leggiera e sventata come ne
avete l’ aspetto; chiunque si sa-
rebbe già avvisto che io sono un
infelice prigioniero.
— Allora — replicò lei — non
dovete essere un compagno di-
vertente! — e volò via.
— Dopo tutto — pensò lo sca-
rafaggio — se il mio viaggio non
è stato felice, mi ha almeno in-
segnato a conoscere il mondo;
che orrore! quante turpitudini
si vedono, e come mi ci sento
spostato!.... In qual modo in-
degno sono stato trattato fino
ad oggi! E ciò che più mi punge,
mentre mi trovo qui, è che il ca-
vallo dell’imperatore si pavo-
neggia coi suoi ferri d’ oro!
Quanto ai discorsi di questa sfac-
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