Full text: Novelle

o " JIB E LA PICCOLA CRISTINA 
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degli altri oggetti d’ ornamento, teva passare per ritrovare la sua 
che erano stati di qualche eroe strada. 
dei tempi antichi. La bambina lo guardò con 
Jib mostrò tutto al pastore, aria impaurita e si mise a sin 
che lo indirizzò al sindaco con ghiozzare. Preso da compassio- 
qualche parola di raccomanda- ne, il viaggiatore chiese alla bim- 
zione. ba la causa del suo pianto. Essa 
mormorò qualche parola che egli 
non riuscì a intendere. Fecero 
qualche passo, e arrivarono sotto 
a una lanterna che illuminò in 
pieno il viso della bambina. Il 
cuore di Jib balzò con improv- 
visa violenza: egli vedeva di- 
nanzi a sè Cristina, proprio come 
era da piccola! Non poteva in- 
gannarsi, quei lineamenti erano 
impressi troppo bene nella sua 
memoria. 
Disse alla bambina che lo con- 
ducesse a casa sua, e la bimba 
vedendo che aveva un viso tanto 
buono, smise di piangere e rien- 
trò con lui nella sua povera casa. 
Salgono una scala che tentenna. 
Su in alto, sotto il tetto, en- 
trano in una soffitta. L’aria è 
pesante e viziata. Non c’è lume. 
Si sente qualcuno che in un an- 
colo respira penosamente e man- 
da ogni tanto gemiti di dolore. 
Jib prende un fiammifero e a 
quella debole luce scorge su un 
pagliericcio una donna, la mam- 
ma della bambina. 
— Posso esservi utile in qual- 
che cosa? — chiede. — La pic- 
— Quanto hai trovato sotto 
terra — gli disse il sindaco — è 
quello che di più raro e di più 
bello si possa trovare.... 
_— Senza dubbio — disse Jib 
fra sè amaramente — vuol dire 
che è quanto di meglio può tro- 
vare un uomo come me. Ma la 
zingara ha predetto giusto. — 
Seguendo il consiglio del sin- 
daco, Jib partì per portare il suo 
tesoro al Museo di Copenaghen. 
Per lui, che raramente aveva 
attraversato il fiume sotto casa 
sua, quel viaggio era come una 
traversata al di 1à dell’ oceano. 
Giunse a Copenaghen, dove ri- 
cevette dal Museo seicento scudi, 
una bella somma veramente. Pre- 
se poi a passeggiare per la gran- 
de città che voleva lasciare nel 
giorno seguente, con lo stesso 
battello che l’ aveva. portato. La 
sera si smarrì in un dedalo di 
strade e si trovò nel sobborgo di 
Cristianshaon. Entrò in un viuz- 
zo di misera apparenza, squallido 
e deserto. Tuttavia una bimbetta 
usciì da una delle case più me- 
schine. Egli le chiese di dove po- 
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