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256 CHRISTINE DE SUÈDE ET LE CONCLAVE DE CLÉMENT X
trasti perd sono stato in ordine allo Squadrone. Torno a dire che mi
son sodisfatto. L'ho convinto, e l’ho persuaso a credere che lui non
leve dar fede alle cose che vengono da costi. Dopo detto assai si à
roncluso che non si parli del passato, € che si venga a far il Papa,
che hora à tempo che lorsignori osservino le promesse di venire
all’elezione d’un soggetto, che egli ha disposto Chigi d’uscir dalle
sue creature, che pero si proponga ch’essendo cosa senza eccezione
epli faciliterä. Sopra il modo di proporre si à disputato, dicendo
che non vedevo chi dovea proporre, perchè Barberino havrebbe dubi-
tato che Chigi havesse escluso li proposti, che pero doveva proporre
Chigi, et egli faceva la medesima difficoltä. In fine ha risoluto ch'io
scrivessi che lorsignori proponessero a me un soggetto nel quale
credessero che non vi potesse esser difficoltà considerabile per niuna
parte. Che quando io havessi data parola a lui che tal soggetto non
havesse incontrato opposizione, egli l’havrebbe fatto proporre da
Chigi. lo ho fatto istanza che si allargasse, ma non volendo fare,
mi son slargato io. Mo cominciato da Brancaccio, dicendo dell’amor
commune, dell’amicizia di Chigi, ma qui non si è risposto, € mi sono
accorso che non bisogna parlarne. Io detto di Carpegna et lo ricor-
dato le cose passate di Ginetti, Gabrielli et Albizzi. Hà detto che sà
che sono esclusi da tutti. Ho detto di Spada, nominandolo come secondo
in meriti dopo Brancaccio. Hä mostrato di starci, e gli à dispiaciuto
più la difficoltà di Chigi che di Medici, al che io ho replicato esser
maggiore la seconda, perchè dovendo questo persuader Chigi non
l’havrebbe fatto con li modi, etc. Si à discusso se si potesse pigliare
altro mezo termine, già che dovendoli lui proporre non se li potesse
far proporre uno non voluto. Di Odescalco ho detto della gioventü in
ordine ai vecchi, et egli ha riparato anche alle creature di Ghigi per
l’istesso motivo. Ho detto di Nerli, € dettili i fini di Medici e la gloria
d’uscir con uno desiderato dalla sua Casa. M’hà detto che a questo
sta piu attento di quello ch’io mi creda. Del frate (1) ho detto di
passagio, perchè Borromeo mi disse un particolare in confidenza.
Dunque, ho detto io: « Veda V. E. che le cose si ristringono ». À cid
egli mi ha replicato : « Scriva a questi signori, li preghi a mio nome
ad aiutarmi. Che si non confidano con Medici, che hora scrivano a me
che poi dopo intavolate le cose qui con lui io verrô dentro, et egli
verrà alla Rota à trattar con me adrittura. » Iora sentino quanto
passa. Io vorrei che si pensasse à facilitare, e glà che si à fatto il
primo passo si facesse anco il secondo, che il Papa fosse fatto da nol,
mentre ne habhbiamo l’apertura. lo non mi scorgo che Spada o Odes-
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