IL FIGLIO DEL PORTIERE 83
suno me lo toglierà dalla testa.
Come mai sia piovuto in quella
casa non saprei spiegarmelo, ma
questo, ad ogni modo, non è
colpa sua. —
Il signor professore, che era
ricevuto a Corte, poteva essere
ammesso in casa del generale,
e non vi era nulla di strano.
Che dovesse ben presto abitarvi,
l’ intera città lo annunziava, ma
dal generale non se ne parlava
affatto. Pure l’ avvenimento si
produsse, come tutti avevano pre-
detto, perchè la grazia sovrana
cadde su Giorgio, che fu nomi-
nato consigliere intimo. Così Emi-
lia divenne consigliera, senza scan-
dalo nè della Corte nè della città.
— La vita è talvolta una tra-
gedia e tal altra una commedia
— concluse il generale filosofica-
mente. — Nella tragedia si muore,
nella commedia ci si sposa. —
Giorgio ed Emilia ebbero tre
bei figliuoli, e quando questi bam-
bini andavano dal nonno gene-
rale e galoppavano sui loro ca-
vallini di legno, anche il nonno
li seguiva su un cavallo di le-
gno e faceva da ordinanza : Ù’ or-
dinanza dei signori consiglierini
intimi ; mentre la generalessa,
sdraiata sul sofà, sorrideva guar-
dandoli, anche quando aveva la
sua grande emicrania.
Ecco dunque dove Giorgio era
arrivato; e col suo ingegno andò
anche più su. Senza di che, d’al-
tronde, non sarebbe valsa la pena
di raccontarvi la storia del figlio
di un portiere.
AP